Parco
visconteo, luogo di delizia, la città e il paesaggio
"Il
castello di Pavia iniziato nel 1360 per volontà dei Visconti, Signori
di Milano, fu completato nel 1366 con un giardino, concepito come
“luogo di delizia” destinato allo svago della corte. Da qui,
su iniziativa di Gian Galeazzo Visconti, prese avvio la formazione
di un grande parco riservato ai principi, per la caccia e lo svago,
e soprattutto per rappresentare la magnificenza della dinastia e
stupire per l’estensione e per la ricchezza della fauna e della
flora."
"Il
Parco Visconteo è visto non solo come teatro della famosa battaglia
di Pavia, ma anche come testimonianza di una vasta azione di tutela
ambientale di epoca viscontea. L’ipotesi del suo riscatto, per quanto
sarà possibile, riflette temi di ampia portata. Propone infatti
una stretta relazione tra i diversi valori ambientali, naturali,
storici, culturali che, in un contesto segnato da fattori di diffuso
degrado, può costituire una tipologia di interventi di interesse
comunitario.La grandiosa sistemazione paesistico-ambientale attuata nel Parco Visconteo
visse, nella completezza delle sue funzioni e nell’integrità delle
sue diverse parti, solo poco più di un secolo. La stessa sopravvivenza
del Parco fu spesso messa alla prova nell’occasione di saccheggi,
assedi e battaglie che rivelarono la sostanziale debolezza del suo
sistema difensivo affidato a un muro troppo esteso per essere adeguatamente
presidiato e troppo esiguo per resistere alle nuove armi da fuoco.
La Signoria fu così impegnata a restaurare edifici danneggiati e
a ricostruire porzioni di muro abbattute. Questa tutela materiale
era affiancata da uno straordinario sistema di tutela ambientale
a garanzia della perpetuazione dei valori naturali di cui l’area
del Parco era stata arricchita dalla sistemazione viscontea."
"Questa
costruzione giuridica costituisce forse il primo esempio di normativa
applicata sistematicamente a un vasto territorio di oltre quarantamila
pertiche, con finalità di tutela ambientale e paesistica. Già di
per sé la cosa è sorprendente, ma maggiormente stupisce l’altrettanto
esplicito intento di rendere tale salvaguardia compatibile con i
criteri di sfruttamento produttivo del suolo. La somma dei diversi
decreti configura una sorta di modello di gestione complessiva delle
risorse dove trovano soluzioni compatibili con l’ambiente le attività
residenziali, religiose, difensive, le attività agricole, quelle
estrattive (l’analisi geologica applicata alla valle della Vernavola
ha segnalato la presenza di antiche cave di argilla collegate a
fornaci)."
"Di
grande interesse ci sembra anche l’insieme dei provvedimenti di
riassetto del paesaggio, di vero e proprio rimodellamento del panorama.
La realizzazione del Parco richiese delle demolizioni numerose ed
estese di antichi e importanti edifici: il monastero di S. Cristoforo,
le chiese di S. Gallo e del Carmine, l’ospedale della Carità e quello
di S. Antonio. Sul terreno così guadagnato, oggi diremmo a colpi
di ruspa, si dispiegò un progetto complesso, costituito da spazi
recintati destinati a un vero e proprio giardino con stagni, peschiere
e pergolati, viali e padiglioni per bagni, ma anche a luoghi di
raccolta e allevamento della fauna selvatica."
Testo
tratto da: "Il Parco Visconteo: una unità paesistico-ambientale
tra Pavia e Certosa" di Marco Chiolini ed Enrico Sacchi,
architetti in Pavia. |